Analisi ambientali

L’attività di consulenza ambientale si occupa dei problemi tecnici e normativi che i vari settori produttivi e gli enti pubblici devono affrontare per la tutela dell’ambiente e la sicurezza.
La normativa ambientale è complessa e in continua evoluzione ed è necessaria un’attenzione costante per gestire in maniera responsabile il controllo contro ogni forma di smaltimento abusivo dei rifiuti.
Per rifiuto si intende genericamente qualsiasi oggetto di cui il proprietario vuole o è obbligato dalla legge a disfarsi.
In base alla loro origine i rifiuti si dividono in rifiuti urbani e rifiuti speciali.
I rifiuti speciali non pericolosi sono quelli che non contengono sostanze pericolose, mentre i rifiuti speciali pericolosi contengono un’alta concentrazione di sostanze inquinanti.
Queste distinzioni non sono generiche, ma specificamente stabilite dal Decreto Legislativo n.152/2006.
La norma definisce rifiuti urbani sia i rifiuti domestici provenienti da luoghi adibiti ad uso di civile abitazione, sia i rifiuti non pericolosi provenienti da luoghi diversi dai precedenti, ma assimilati ai rifiuti urbani per quantità e qualità (ed elencati nell’art. 21 comma 2 lettera g del suddetto D. Lgs.), sia i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, sia i rifiuti giacenti su strade e aree pubbliche e private (ma adibite ad uso pubblico), sia i rifiuti abbandonati sulle spiagge e sulle rive dei corsi d’acqua, sia, infine, i rifiuti provenienti da aree verdi o da attività cimiteriali (tranne alcune eccezioni).
I rifiuti speciali derivano dall’attività produttiva di industrie e aziende e devono essere gestiti e smaltiti da aziende autorizzate.
Secondo il D. Lgs. 152/2006 e ss.mm., appartengono a questa categoria i rifiuti derivanti da attività agricole, agro-industriali, di costruzione, scavo, demolizione, i rifiuti industriali (ad eccezione di quanto previsto dall’art. 8 comma 1 lettera f quater), i rifiuti provenienti da lavorazioni artigianali, da attività commerciali, da attività di servizio, di smaltimento rifiuti, di potabilizzazione e depurazione delle acque, da attività sanitarie, da macchinari obsoleti e veicoli a motore.
I rifiuti speciali pericolosi hanno – secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/98/CE – determinate caratteristiche: sono esplosivi, capaci di provocare o favorire la combustione di altre materie, infiammabili, capaci di provocare irritazioni cutanee o lesioni oculari, tossici, cancerogeni, corrosivi, infettivi, capaci di provocare una variazione permanente della quantità o della struttura del materiale genetico di una cellula, sensibilizzanti per la pelle o gli organi respiratori, ecotossici.
Il codice CER (o Catalogo Europeo dei Rifiuti) è un codice numerico che serve a identificare un rifiuto in base al processo produttivo da cui è originato. L’esatta attribuzione del codice CER permette di stabilire la pericolosità del rifiuto ed è il presupposto per il corretto adempimento degli obblighi del produttore e dei gestori del rifiuto. L’errata attribuzione del codice CER può comportare violazioni per cui sono previste delle sanzioni.
L’attività di consulenza ambientale si rivolge alle imprese industriali, agricole e artigianali offrendo servizi di raccolta, trasporto e smaltimento o recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, bonifiche ambientali di siti inquinati e anche la rimozione e bonifica di beni dalla presenza di materiali contenenti amianto. E’ importante anche la competenza nel calcolare l’impatto ambientale di un progetto per trovare il modo di compensarlo e limitare il più possibile i danni che ne potrebbero derivare.

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