Smaltimento rifiuti elettronici

Con l’acronimo RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche o elettroniche) vengono denominati tutti gli apparecchi elettrici o elettronici di cui ci si voglia disfare perchè obsoleti, guasti o inutilizzati.

Il problema da affrontare nello smaltimento di questi rifiuti è che contengono sostanze velenose per l’ambiente e non sono biodegradabili, cioè non esiste in natura un batterio in grado di decomporre tali materiali: non vengono assorbiti dal terreno e la loro natura non cambia nel tempo. Per questi motivi sono considerati inquinanti.

La larga diffusione degli apparecchi elettronici aumenta il rischio che vengano abbandonati nell’ambiente, nelle discariche o negli inceneritori con conseguente inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno e ripercussioni sulla salute delle persone. Tali materiali vanno invece indirizzati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come il rame, il ferro, l’alluminio, l’acciaio, il piombo, l’argento, il vetro e il mercurio. In tal modo le risorse vengono riutilizzate per costruire nuove apparecchiature e non inquinano l’ambiente.

La raccolta viene organizzata in base alle diverse tipologie di produzione e di impiego, ma soprattutto in base alle competenze degli operatori che dovranno provvedere alle operazioni di smontaggio degli apparecchi in totale sicurezza.Vengono così recuperati tutti i componenti che si possono riassemblare in prodotti rigenerati e tutti i materiali riciclabili che provengono da parti danneggiate che non si possono riutilizzare.

In base al principio secondo il quale chi inquina paga, i produttori di apparecchi elettrici e elettronici devono sostenere i costi della raccolta, del recupero e dello smaltimento sicuro di tutti i prodotti che hanno immesso sul mercato italiano.

Da un rapporto pubblicato dal Global E-waste Statistics Partnership emerge che nel 2019 solo il 17% dei rifiuti elettronici mondiali è stato raccolto e riciclato. Oltre alla bassissima quantità di materiale riciclato il Global segnala che 98 milioni di tonnellate di anidride carbonica sono stati rilasciati nell’atmosfera a causa di un riciclaggio di frigoriferi e di condizionatori d’aria inadeguato.

Nei paesi a basso e medio reddito talvolta l’infrastruttura per la gestione dei RAEE è assente o poco sviluppata mentre è in aumento la richiesta sul mercato di elettrodomestici come frigoriferi, lavatrici e condizionatori d’aria.

In Italia la normativa sulla gestione e lo smaltimento RAEE cui si fa riferimento attualmente è contenuta nel Decreto legislativo n. 49 del 14/3/2014 che ha lo scopo di prevenire la formazione di rifiuti elettronici e di migliorarne lo smaltimento, oltre che di aumentare al massimo il riciclo dei materiali.

Lo smaltimento dei rifiuti elettronici professionali deve essere fatto in centri autorizzati, perchè i materiali contengono sostanze altamente dannose come i metalli pesanti, quindi la messa in sicurezza e la bonifica dei rifiuti deve essere fatta da centri appositamente attrezzati.

Se invece i RAEE provengono da nuclei familiari domestici possono essere portati ai centri di raccolta comunali.

Per i piccoli apparecchi elettrici o elettronici si può anche effettuare la restituzione direttamente in negozio senza alcun obbligo di acquistare un apparecchio analogo, basta che l’apparecchio non superi la lunghezza di 25 cm.

Per i grandi apparecchi elettrici invece si può consegnare in discarica, alle aziende rifiuti o direttamente in negozio con l’acquisto di un apparecchio nuovo.

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