Raccolta, riciclo e smaltimento rifiuti: lavoro a rischio?

L’ergonomia è una disciplina che si occupa dei problemi relativi al lavoro umano in rapporto alla progettazione delle macchine e degli ambienti di lavoro.
Com’è logico sono state fatte analisi ergonomiche anche per quanto riguarda i lavoratori del settore dei rifiuti.
Negli anni Sessanta in Italia le vittime del lavoro erano migliaia e le normative tecniche erano poco applicate e controllate. Ora la situazione è radicalmente cambiata grazie al decreto legislativo 81/2008, che ha recepito la Legge 626/94 e ha attuato quanto previsto dall’art.1 della Legge 123/2007.
La legge 626 rese più moderna la sicurezza del lavoro in Italia, la legge 123 diede il mandato al Governo di creare un Testo unico sulla sicurezza del lavoro in tutti i settori dove ci fossero tipologie a rischio, il Decreto 81 riunisce la normativa degli ultimi 50 anni in materia di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro.
Il riciclaggio dei rifiuti è un’operazione necessaria e può diventare anche una risorsa economica, ma non sappiamo ancora quali effetti collaterali può avere sulla salute dei lavoratori.
E’ stata avviata una ricerca per verificare se c’è un legame tra le attività svolte da dipendenti di aziende che si occupano di pulizia urbana e alcune patologie che li colpiscono frequentemente.
Questo studio potrebbe portare in futuro al riconoscimento di tali patologie come malattie professionali.
L’Associazione italiana di epidemiologia (Aie) ha espresso un parere sulla nocività per la salute delle modalità legali di trattamento dei rifiuti. I rischi per la salute sono associati a discariche illegali, impianti di incenerimento obsoleti, combustioni incontrollate di rifiuti.
L’ente che eroga il servizio della raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti si occupa di valutare il rischio cui sono sottoposti gli operatori ecologici.
L’analisi dei rischi per gli addetti alla raccolta dei rifiuti evidenzia molte situazioni di rischio potenziale come il lavoro sulla strada, gli agenti biologici e chimici, lo stress termico e meccanico, la movimentazione manuale dei carichi, la possibilità di tagli e punture.
Per prevenire tali rischi è necessario formare il personale addetto alla raccolta, organizzare la logistica e fornire dispositivi di protezione individuale come guanti anti-taglio, calzature antiinfortunistiche e indumenti e occhiali protettivi.
Nella gestione dei rifiuti i rischi professionali sono simili a quelli della raccolta.
In questo caso bisogna tener conto anche della possibile interazione tra diverse tipologie di rifiuti.
Qui il pericolo deriva dalle esalazioni tossiche o dalla presenza di soluzioni corrosive, quindi è necessaria una formazione specifica sull’argomento.
La fase dello smaltimento dei rifiuti implica la presenza degli addetti nelle discariche, negli inceneritori e negli impianti di stoccaggio.
Qui gli operatori sono esposti a rischi più eterogenei e le misure di sicurezza e di protezione sono maggiori.
I rischi sono connessi sia alla manipolazione di diversi tipi di rifiuti che agli impianti di smaltimento e distruzione.
Oltre ai rischi già citati nelle altre due fasi, nella fase dello smaltimento è da tenere presente anche il rischio di incendio e di esplosione, il rischio di cadute di persone e di oggetti, il rischio di collisione tra mezzi.
Inoltre è da considerare la presenza di cariche batteriche e fungine, specie in estate quando la temperatura è elevata e si rileva un notevole tasso di umidità.
E’ perciò necessario progettare ambienti di lavoro forniti di impianti di aspirazione e ventilazione.
Oltre ai dispositivi di protezione collettivi è necessaria una adeguata formazione degli operatori che dovranno essere forniti di dispositivi di protezione individuali come maschere, guanti, respiratori, calzature e indumenti di protezione.

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